mercoledì 11 gennaio 2012

domenica, 10 ottobre 2010
Milano1
Ognuno ha le sue prigioni
Ognuno ci convive
Ma quando le pareti cominciano a restringersi
le facce diventano anonime
Quando lo specchio comincia a darti del tu
Quando i marciapiedi ti provocano vertigini
e la strada sembra il tuo tappeto rosso
Metti insieme il tuo bagaglio
Riempilo di ricordi,speranze,parole,storie vissute e storie da vivere
Riempilo di emozioni
illusioni d’epoca
domande e risposte
Trovati un amico e comincia la condivisione
vai a caso
lascia le tue lacrime sul cuscino
incontrati con la vita
scontrati con il dolore
ruba l’amore
non avere una meta ma cento
prova a ritornare
il ritorno dà senso al viaggio
Pensa a Polifemo e alla sua solitudine
rispetta la solitudine altrui
Gira intorno al mondo
non girare con lui
Affrancati da te stesso e dall’attesa
Per amare la vita bisogna tradire le aspettative
Guardati intorno e guardati da chi si professa libero
Il sapore della libertà è la paura
Solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di inseguirla
Vincenzo Costantino "Cinaski", Le cento città
in: V.Capossela vs. V. Costantino, In clandestinità, pp.78-9
written by: Malfido time 21:52 | link | commenti (2)
sections: 14- letteratura arte opinioni
sabato, 09 ottobre 2010

Libri & canzoni

Copia di nikon07 400Io scrivo sempre con la radio accesa o con delle cassette. La musica mi aiuta moltissimo […] Sento che per me scrivere è come cantare, è il mio modo di far sentire la mia voce e di cantare.
Pier Vittorio Tondelli, Fare musica, 1985
written by: Malfido time 11:59 | link | commenti (4)
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venerdì, 08 ottobre 2010

Lezioni di stile

pomodoroMi è venuta voglia di andare a lezione di stile, e il docente che ho scelto oggi è Theodor W. Adorno. La prima lezione riguarda le cancellature, la seconda i cliché, la terza la profondità e la quarta la solidità.

Non essere mai avari nelle cancellature. La lunghezza di un testo non conta, e il timore di non aver scritto abbastanza è puerile. Nulla va ritenuto degno di esistere perché c'è già,perché è già stato scritto. Proposizioni che formulano diversamente lo stesso pensiero, non sono spesso che tentativi di afferrare qualcosa di cui l'autore non è ancora in possesso.
In questo caso bisogna scegliere la formulazione migliore ed elaborarla ulteriormente. La tecnica letteraria impone di rinunciare anche a pensieri fecondi, se la costruzione lo richiede. I pensieri soppressi contribuiscono alla sua forza e alla sua ricchezza. Come a tavola, non bisogna inghiottire l'ultimo boccone, o vuotare il bicchiere fino in fondo. Altrimenti ci si rende sospetti di povertà.

Chi vuol evitare i "cliché", non deve limitarsi alle singole parole, se non vuol cadere nella civetteria volgare. […] La parola singola di rado è banale: anche nella musica il singolo suono non si presta al commercio al minuto. I "cliché" più detestabili sono combinazioni di parole […]: chiaro e tondo, ora e sempre, per la vita e per la morte. In essi, se così si può dire, ristagna il pigro fiume della lingua stantia, mentre lo scrittore, con la precisione dell'espressione,dovrebbe opporre quelle resistenze che sono necessarie perché emerga l'oggetto. E questo non vale solo per singole locuzioni, ma per intere strutture formali.

Tra la volontà di scrivere serrato e adeguato alla profondità dell'oggetto, la tentazione dell'eccentrico e la sciatteria pretenziosa, non è sempre facile distinguere: una precisione diffidente è, in ogni caso, salutare. Proprio chi non vuol fare concessioni alla stupidità del sano buon senso, deve guardarsi dalla tentazione di addobbare stilisticamente pensieri di per sè banali.

I testi elaborati come si conviene sono come ragnatele: fitti, concentrici, trasparenti, solidi e ben connessi. Essi attirano a sè tutto ciò che si aggira nei dintorni. Metafore che li attraversano per caso, diventano una preda nutriente. Materiali affluiscono da ogni parte. Per giudicare della solidità di un abbozzo, basta vedere se evoca le citazioni. Il pensiero che ha dischiuso una cellula della realtà, penetra, senza violenza del soggetto, nella cellula accanto. Dimostra di essere in rapporto con l'oggetto quando altri oggetti si cristallizzano intorno ad esso. Nella luce che dirige sul proprio oggetto, altri
cominciano a scintillare.

Cfr. Theodor W. Adorno, Minima moralia
written by: Malfido time 18:20 | link | commenti (1)
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giovedì, 07 ottobre 2010

Keats

n otteThe poet and the dreamer are distinct
Diverse, sheer opposites, antipodes.
The one pours out a balm upon the world,
The other vexes it

John Keats, The fall of Hyperion 1819
(Canto 1, lines 199-202)
Quale sarà il poeta e quale il sognatore?
written by: Malfido time 13:27 | link | commenti
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mercoledì, 06 ottobre 2010

Prediletti

farf[P]ur non essendo un atto di condivisione immediata, la lettura è, alla fine, l’oggetto di una condivisione. Ma una condivisione lungamente differita, e tenacemente selettiva.
Se dovessimo tener conto delle letture importanti che dobbiamo alla Scuola, ai Critici, a tutte le forme di pubblicità e, viceversa, di quelle che dobbiamo all’amico, all’amante, al compagno di scuola, vuoi anche alla famiglia- quando non mette i libri nello scaffale dell’educazione- il risultato sarebbe chiaro: quel che abbiamo letto di più bello lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara. Ed è a una persona cara che subito ne parleremo. Forse proprio perché la peculiarità del sentimento, come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire. Amara vuol dire, in ultima analisi, far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo. E queste preferenze condivise popolano l’invisibile cittadella della nostra libertà. Noi siamo abitati da libri e da amici.
Quando una persona cara ci dà un libro da leggere, la prima cosa che facciamo è cercarla tra le righe, cercare i suoi gusti, i motivi che l’hanno spinta a piazzarci quel libro in mano, i segni di una fraternità. Poi il testo ci prende e ci dimentichiamo chi in esso ci ha immersi: tutta la forza di un’opera consiste proprio nel saper spazzar via anche questa contingenza!
Eppure, con il passare degli anni, accade che l’evocazione del testo faccia tornare alla mente il ricordo dell’altro: alcuni titoli sono ancora di nuovo dei volti.
E, siamo giusti, non sempre il volto di una persona amata, ma anche quello (oh, raramente) del tal critico o del tal professore.
[…] E’ il caso di quel professore la cui passione per i libri sapeva dotarlo di un’infinita pazienza e regalarci perfino l’illusione dell’amore. Doveva proprio preferirci- o stimarci- noialtri allievi, per darci da leggere quel che gli era più caro.

Daniel Pennac, Come un romanzo, pp. 70-1
written by: Malfido time 15:51 | link | commenti (2)
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martedì, 05 ottobre 2010

Niente da capire

 tulipani piccoli
Dio ci scampi e liberi dal capire! La ‘comprensione’ toglie forza alla nostra rabbia, dignità al nostro odio, piacere alla nostra vendetta e per giunta sottrae la beatitudine alla nostra memoria.
Arthur Schnitzler

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