martedì 10 gennaio 2012

mercoledì, 20 luglio 2011

Avere un Concetto...

senzanomenm3A proposito del “geni si diventa”, stamattina a Primo Movimento, su Radio 3, parlavano delle invenzioni di strumenti musicali da parte di Leonardo Da Vinci: pare ci sia un ensemble (chissà se ci va l’apostrofo) che suona la musica del suo tempo con strumenti costruiti in base ai suoi disegni.

Siccome il mio musicista preferito è un organista, pianista, compositore e direttore di coro, mi sono segnata sul margine del giornale che stavo leggendo questi due nomi: organo a carta e viola organista.
L’organo a carta era praticamente l’antesignano della fisarmonica, con un mantice disposto in orizzontale e realizzato con la carta.
La viola organista invece era una viola dotata di un arco meccanico e di una tastiera che regolava la tensione delle corde. Può darsi che fosse una viola da gamba, altrimenti proprio non riesco ad immaginarla… 
written by: Malfido time 13:52 | link | commenti
sections: 09-personaggi famosi
spank3Continuo a riassumere le notizie che sto vagliando sulla Programmazione Neurolinguistica, attraverso il sito che promuove, tra l’altro, promettenti e costosi corsi di addestramento a vari livelli, per dottori, addetti alle risorse umane, e anche insegnanti.

La comunicazione è uno degli aspetti più trascurati nella sua complessità strutturale: la maggior parte della comunicazione umana è di natura non verbale, quindi governata da processi che sono appannaggio delle strutture più profonde della personalità. Ne consegue che, se gli aspetti non verbali della comunicazione sono ignorati, accade anche di trovarci nelle condizioni di manifestare incongruenze che non vorremmo trasmettere (per incongruenza intendiamo una contraddizione fra il linguaggio verbale e quello non verbale) e di ignorare quelle del nostro interlocutore, generando una riduzione della capacità di interpretarne correttamente i bisogni.

La comunicazione coinvolge direttamente i soggetti che partecipano alla relazione, sia dal punto di vista emotivo che da quello psicologico, ma molto spesso il soggetto promotore della comunicazione si trasforma nella vittima dei propri processi comunicativi, se non ha la capacità di rendere i propri messaggi incisivi e penetranti e di interpretare correttamente i bisogni delle altre persone.

Per comunicare efficacemente, è importante che riusciamo ad adattarci allo stile del nostro interlocutore e che capiamo attraverso il “feedback” (retroazione) quello che lui capisce della nostra comunicazione.

Spesso riteniamo, superficialmente, di poter controllare tutte le nostre attività, fino a quando osserviamo che avviene qualcosa che ci sfugge, e lo riteniamo fortuito. La logica, pilastro della civiltà occidentale, riesce a spiegare alcune cose, mentre quelle non esplicabili, non le degna di considerazione in quanto fanno parte della casualità.

Il nostro cervello è costituito da due emisferi dislocati nella parte destra e nella parte sinistra dell’organo cerebrale. L’emisfero sinistro è responsabile della logica, dell’articolazione delle parole, della matematica ed è sequenziale; l’emisfero destro, invece, è responsabile dell’emotività, del sogno, della creatività, dell’irrazionalità ed il luogo in cui è depositato il nostro programma mentale. Ma che cos’è il programma mentale?

Quando nasciamo la nostra mente è priva di condizionamenti, il nostro cervello è libero da influenze generate dall’esterno e quindi si comporta senza schemi prefissi, anche se nel grembo materno le emozioni di nostra madre influenzano il nostro stato emozionale.

Quando veniamo al mondo non compiamo una distinzione del negativo e del positivo, ci troviamo in una Fase Sensoriale, in cui avvertiamo il piacere e la sofferenza, la gioia e il dolore ma non siamo in grado di definirli; ad esempio il bambino mette le dita nella presa elettrica e sente il dolore ma non siamo in grado di definirli.

Poi attraversiamo una Fase Percettiva, in cui sappiamo cosa vuol dire il piacere e la sofferenza ma non riusciamo ad identificare la fonte che li detiene.

Infine attraversiamo una Fase Riflessiva, in cui identifichiamo la fonte buona e cattiva. Infatti, reputiamo un cibo disgustoso o piacevole, senza mai averlo assaggiato prima, solo guardando la smorfia di disgusto di nostra madre che cerca di farcelo mangiare. Il gusto non è ancora sviluppato ma siamo in grado di decodificare una serie di messaggi non verbali provenienti da chi ci sta vicino. La nostra mente può essere paragonata a un dischetto vergine che viene scritto man mano che i genitori ci forniscono le informazioni. Da bambini assorbiamo come spugne tutti i dati e li immagazziniamo formando il programma mentale entro i primi tre anni di vita e si perfeziona fino ai 12 anni.

Questo disco è responsabile delle convinzioni profonde che spesso e volentieri limitano il successo della nostra vita. Questo programma occulto sfuggirà alla mia consapevolezza: l’inconscio ha un potere di controllo sulla nostra vita che arriva a superare il 90% rispetto al misero 10% della parte razionale.

La PNL ha chiarito un aspetto fondamentale: l’esperienza soggettiva ha una struttura; la realtà interiore quindi, può essere studiata e arricchita, per permettere ad ogni individuo di interagire creativamente con gli altri.
Il nome “Programmazione Neuro Linguistica” si precisa in questo senso:
1)Programmazione: secondo gli studiosi noi abbiamo dei patrimoni di programmi racchiusi nella nostra mente e questi programmi possono essere modificati.
2)Neuro: questi programmi vengono sistemati in maniera tale da diventare delle configurazioni Neurali.
3)Linguistica: il linguaggio fa parte del nostro sistema di comunicazione con gli altri e attraverso dei linguaggi di precisione è possibile estrarre i limiti che ostacolano il raggiungimento dei nostri obiettivi.

La PNL ha ideato un modello operativo per interpretare il “software” della mente umana. Questa caratteristica la rende capace di intervenire su tutta una serie di fattori limitanti che interferiscono nel raggiungimento dei nostri obiettivi. La PNL non lavora sul contenuto delle rappresentazioni mentali, ma sulla loro struttura.

L’efficacia della PNL nell’ambito delle relazioni è basata sulla comprensione degli aspetti più profondi del nostro interlocutore. Su questo tema esistono compendi di tecniche molto dettagliate e diverse tra di loro, ed io per ora ne ho lette solo alcune, anche se non so se nella mia quotidianità, coi miei cari, nel mio lavoro, mi verrà mai in mente di utilizzarle. Se ne trovo un paio che mi vengono spontanee, magari sì. Spero comunque di rendermi conto che diverse le conoscevo e le praticavo molto prima di focalizzare il concetto stesso di PNL.

Comunque, i criteri in base ai quali gli esseri umani si rappresentano il mondo sono il sistema visivo, quello auditivo e quello cenestesico, che ognuno di noi adopera in sinergia. Ognuno ha poi la tendenza a svilupparne in particolar modo uno, e ad esprimere la sua narrazione, figurazione del mondo secondo questo apparato prediletto. Possiamo individuare la tipologia visiva, auditiva o cenestetica osservando il lessico ricorrente proprio di ogni persona, il suo atteggiamento posturale, il suo tono di voce e la localizzazione del suo respiro.

Il canale preferenziale è il canale di accesso alla comunicazione, quello che garantisce la maggiore sintonia.

Il mio è il cenestesico, quello legato alle sensazioni, allo sguardo e alla gesticolazione verso il basso, al tono basso con lunghe, pause e alla postura incurvata. Non disdegno anche gli altri, ça va sans dire…

Prevedibili, nei vari compendi, gli elenchi dei gesti che corrispondono a gradimento, rifiuto, insicurezza, preoccupazione, confusione.

Secondo un sistema di derivazione esoterica, denominato enneagramma, i tipi psicologici sarebbero essenzialmente 9. Ogni tipo privilegia un certo sistema di rappresentazione che corrisponde al suo stile comunicativo, e tende, in condizioni di stress o tranquillità, ad avere comportamenti che lo avvicinano ad altre tipologie psicologiche, nella fase di accesso piuttosto che di elaborazione della comunicazione.


Poi, siccome la comunicazione è fatto d’ironia, e mi perdonino i neuro scienziati delle risorse umane, ma questo fattore non sono capaci di misurarlo, davvero non capisco come si possano diffondere concetti che non dicono nulla, come, ad esempio, “confidenza in sé stessi”… Se non sanno tradurre self-confidence ahia, siamo nel campo delle 100 pertiche... come tradurranno motivazione, motivaction? Come si fa ad usare confidenza e fiducia come sinonimi? Colpa dei telefilm polizieschi, con tutte le loro informazioni confidenziali 
written by: Malfido time 13:47 | link | commenti
sections: 14- letteratura arte opinioni
Snoopy-And-Charlie-Brown-1-SUTSS0YOIW-1024x768Ultimamente sento artisti, professori, insegnanti di Pilates fare cenno ad un filone che si chiama PNL, Programmazione Neuro Linguistica. Un po’ X- Files, un po’ Lie to me, questo argomento, sospeso tra le neuroscienze e la pragmatica, l’alchimia, della comunicazione umana, sembra perfetto per la mia estate…
Il caso vuole che il primo volume che abbia avuto modo di leggere sia “Il Fattore Einstein- Tecniche per liberare il genio personale”, di Win Wenger e Richard Poe.
Disponibile gratuitamente in rete, lo riassumo secondo la lettura trasversale, in un paio d’ore, che ne ho fatto io.

Il potenziale intellettivo è spesso utilizzato in maniera parziale, eppure è una ricchezza enorme, ed è alla portata di chiunque.

L’intelligenza si può accrescere, ad esempio aumentando la memoria, la creatività, la velocità di lettura. 
La nostra mente subconscia invia verso l’esterno, quasi 24 ore al giorno, flussi di immagini, impressioni e sottili percezioni, molte delle quali sono cariche di intuizioni e premonizioni. La maggior parte di noi non presta attenzione a questi messaggi. La maggioranza delle persone reprime le più profonde intuizioni senza nemmeno saperlo. Ciò ci impedisce di utilizzare la nostra piena capacità mentale.
 Gli scienziati hanno calcolato che il cervello umano può prestare attenzione a soli 126 bit circa di informazioni al secondo. Il semplice fatto di ascoltare una persona che parla impegna più o meno 40 bit di “attenzione”. Vuol dire che rimangono solo 86 bit per guardare l’espressione del viso di chi parla, e per pensare a cosa rispondere. Eppure, la nostra mente viene inondata ogni secondo da percezioni che implicano molto, ma molto più di 126 bit. Alcuni esperimenti hanno dimostrato che la retina umana può percepire un solo fotone alla volta e che il naso reagisce ad una sola molecola di odore alla volta. Queste minuscole percezioni si riversano costantemente nel nostro cervello, ma vengono soppresse ancor prima di diventare consce. Ciò spiega perché, in certi rari casi, alcuni danni cerebrali inneschino eccezionali cambiamenti nelle capacità sensoriali.

Cosa accade alle sottili percezioni quando vengono soppresse? Non vanno né perse né distrutte: i più recenti esperimenti suggeriscono che la memoria umana si avvicina al 100 per cento di ritenzione delle informazioni. Ciò vuol dire che, potenzialmente, siamo in grado di ricordare tutto. Eppure, la maggior parte di questi ricordi è sepolta così profondamente nell’inconscio che, fino a poco tempo fa, gli psicologi non avevano altro mezzo per farli riaffiorare che quello di indurre una profonda trance ipnotica.

Possiamo immaginare l’inconscio come un individuo a sé stante, con percezioni superiori, che veglia costantemente su di noi dal suo interno – un’immagine che ricorda molto l’antica credenza negli spiriti custodi. I Greci chiamavano questi guardiani soprannaturali daemon. Perfino il super-razionale Socrate attribuì al suo daemon il merito di avergli salvato la vita quando aveva combattuto la guerra tra Atene e Sparta. I Romani chiamavano questi spiriti amici genii (genius al singolare). È a questi spiriti “geniali” che gli antichi attribuivano tutta la saggezza, l’intuito e l’ispirazione artistica.

Quest’antica visione non è lontana dalla verità. Tutti noi possediamo davvero una macchina pensante di gran lunga superiore alla nostra debole mente conscia. Il matematico John von Neumann ha calcolato che il cervello umano può immagazzinare fino a 280 quintilioni – cioè 280.000.000.000.000.000.000 – di bit di memoria. Molti considerano questa cifra addirittura troppo cauta.

Pur avendo questo incredibile potere di calcolo nella nostra testa, la maggior parte di noi ha difficoltà a moltiplicare cifre di due numeri senza ricorrere a una calcolatrice.

Solo i Mozart, gli Einstein e i Da Vinci – una fetta infinitamente piccola dell’umanità – sembra abbiano usato il proprio potere mentale in modo efficiente (ed è provato che non hanno usato altro che una sola
frazione del proprio intelletto). Il loro talento incredibile e li consideriamo quasi come avrebbero fatto gli antichi: esseri con un dono divino, dotati di poteri apparentemente soprannaturali.

Raramente, a dire il vero, i geni si distinguono nel primo periodo della loro vita. Molti vengono classificati come “difficili”, “lenti” o addirittura “stupidi”.

Thomas Edison, che con il record di 1.093 brevetti ha superato ogni altro inventore nella storia e ha trasformato l’esistenza umana, era notoriamente lento a scuola. “Mio padre pensava che fossi stupido” ricordava Edison “e quasi mi convinsi di essere un asino.” (Cito Thomas  Edison perché c’è un personaggio malgrado tutto a lui molto simile, Walter Simmons, che dorme sulla collina)

Già nel 1911, Santiago Ramon y Cajal, padre della neuroanatomia, aveva scoperto che il numero delle interconnessioni tra neuroni (dette sinapsi) era la misura reale del genio, ben più importante nel determinare il potere mentale rispetto al semplice numero di neuroni.

Decine di anni più tardi, la ricercatrice Marian  Diamond esaminò sezioni del cervello di Einstein.
Come si aspettava, scoprì un numero elevato di cellule gliali nel lobo parietale sinistro di Einstein, una specie di stazione di scambio neurologico che la Diamond descrisse come “un’area di associazione per le altre aree di associazione nel cervello”. Le cellule gliali agiscono come una sorta di colla che tiene unite le altre cellule nervose ed aiuta, inoltre, a trasmettere segnali elettrochimici tra i neuroni.
La Diamond si aspettava di trovarne, perché aveva già individuato un’alta concentrazione di cellule gliali nei cervelli dei topi cerebralmente più sviluppati.

A differenza dei neuroni – che non si riproducono dopo la nascita – le cellule gliali, gli assoni e i dendriti possono aumentare di numero durante tutta la vita, a seconda di come si usa il proprio cervello.

Il lavoro della Diamond suggerì che più impariamo, più si formano connessioni di questo tipo. Allo stesso modo, quando smettiamo di apprendere e la nostra mente rimane inattiva, questi collegamenti avvizziscono e diminuiscono a poco a poco, fino a scomparire.

Einstein riteneva che si potessero stimolare pensieri geniali permettendo alla propria immaginazione di vagare liberamente, affrancata dalle convenzionali inibizioni.
Per esempio, Einstein attribuiva la sua scoperta della Teoria della Relatività non a un dono speciale, ma piuttosto a quello che definiva il suo sviluppo “ritardato”.
“Il mio sviluppo intellettivo ha subito un ritardo, e di conseguenza ho cominciato a pormi domande sullo spazio e sul tempo solamente quando ero già cresciuto.”
 “Come sarebbe” si chiese Einstein “correre a fianco ad un raggio di luce, alla velocità della luce?”.
Normalmente un adulto, secondo quel che sosteneva Einstein, sopprimerebbe una domanda come questa ancor prima che si formi nella sua mente oppure, una volta formatasi, la dimenticherebbe rapidamente.
Forse è questo che intendeva Winston Churchill quando disse che “la maggior parte degli uomini inciampa su grandi scoperte. Ma molti di loro si rialzano e se ne vanno”.

 “L’invenzione non è un prodotto del pensiero logico,” concluse Einstein, “sebbene il prodotto finale sia legato ad una struttura logica.”
 
Fatta eccezione per pochi casi, le grandi scoperte scientifiche sono state raggiunte mediante esperimenti di pensiero intuitivo come questo.
 “Einstein affermava di pensare principalmente in termini di immagini visive e sensazioni… La rappresentazione verbale e matematica dei suoi pensieri giungeva solo dopo che era stato espresso l’importante pensiero creativo.”
Infatti, Einstein attribuiva la propria capacità creativa a quello che chiamava un “gioco vago” con “segni”, “immagini” ed altri elementi, sia visivi che “muscolari”.

Secondo gli scienziati i geni non sono altro che persone normali che si sono imbattute per caso in pratiche o in tecniche in grado di allargare il loro canale di attenzione e, in questo modo, di rendere consce le loro sottili percezioni inconsce.
Di solito i geni sviluppano questa abilità così presto nella loro vita, da dimenticarne completamente il segreto quando diventano adulti. Diventa automatico.
In realtà, tutti noi possediamo talenti nascosti, spesso proprio nei campi in cui pensiamo di essere meno capaci. Lo studio, l’allenamento e l’impegno possono procurare miglioramenti notevoli. Ma se vogliamo liberare il pieno potere del nostro genio, dobbiamo trovare il catalizzatore decisivo, il semplice trucco o meccanismo che porterà il nostro corpo, i nostri sensi e la nostra mente alla focalizzazione
determinante.
Questo catalizzatore è il “fattore Einstein”. 


written by: Malfido time 13:40 | link | commenti
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snoopySeguendo i dibattiti in radio stamattina mi sono imbattuta nella telefonata di un poliziotto di Imperia che poneva la seguente questione. A Scotland Yard il capo si è dimesso perché sussisteva il sospetto che si fosse pagato un weekend in una spa insieme alla moglie con dei soldi pubblici. In Italia un ex dirigente della Digos di Genova, condannato in secondo grado per le violenze perpetrate sui ragazzi al G8 di 10 anni fa, è stato promosso questore. La motivazione è delle più solide: il giudizio non è ancora al suo grado definitivo.

Esistono paesi dove l’etica pubblica conta di più persino della rilevanza penale dei gesti che vengono compiuti se si è rappresentanti delle istituzioni. In questi paesi i tempi per accertare la fondatezza di un sospetto sono ragionevoli, e dunque dimettersi, in via precauzionale, è un atto che afferma la propria dignità e la propria forza.
In Italia rassegnare le dimissioni è visto sempre come un atto di debolezza, quando non una ammissione di colpevolezza. Nei tempi di una giustizia infinita, e di una costellazione di ricattabili e ricattati, può persino succedere che il capo della polizia faccia fatica a rimuovere un questore.
Aggiungo un ultimo pensiero, che forse non c’entra: andando all’estero mi sono accorta che ogni membro di qualunque corpo di pubblica sicurezza porta scritto sulla divisa, sulla giacca, sulla camicia, il proprio nome, rendendosi riconoscibile al cittadino. In Italia quando un poliziotto si avvicina col mitra alla mia macchina per domandarmi la patente, mi tratta male se gli chiedo come si chiama. Questo è il retaggio di un corpo militare che mira all’autoconservazione e all’autoprotezione, prima che a qualunque altra cosa. 
written by: Malfido time 13:35 | link | commenti (2)
sections: 08-professioni, 09-personaggi famosi

Lollywood

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Prendo simpaticamente nota del neologismo forgiato da Marco sulla terrazza della sua casa al mare….
Lollywood è la nostra piccola città, la nuova location ideale per set cinematografici oppure legati alla TV e alla musica.
Dopo il film di Placido sul Vallanzasca e il videoclip di una canzone di Sanremo girato quest’inverno, su tutti gli schermi trasmettono i martellanti spot di Sky in cui lo sport fa miracoli intorno alla Piazza Duomo.
Eppure Lollywood, nell’immaginazione di Marco, è scattata solo ora che il centro direzionale BPL di Renzo Piano, a me caro per l’Auditorium e lo spazio espositivo, ospita il set della versione italiana, in lavorazione, del divertentissimo film francese “Giù al Nord”.
Non più di due mesi fa era divertente attraversare il centro e vedere una statua da processione con il viso di Totti, che sudava come piangono le figure lignee del compianto nella cripta del Duomo, famosi come I Caragnon del Domm,  oppure accorgersi che un’erboristeria, poco più avanti, era stata trasformata in farmacia, per promuovere, attraverso una stangona straniera malvestita, che sarà poi necessariamente doppiata,  l’ennesimo analgesico da banco.
Ho perso il treno, a forza di pensare alla scuola non ho fatto il casting per le nuove mirabolanti riprese sui set lodigiani… Il Cittadino dice che la paga da comparsa è 65€ al giorno più 11 per il pasto.
Ad ogni modo il rischio di incontrare un Kim Rossi Stuart non ha prezzo… 
written by: Malfido time 13:32 | link | commenti (1)
sections: 07-città
martedì, 19 luglio 2011

Un'estate con Gauguin

gauguin44Arrivo nel luogo dove la terra sotto i piedi è sconosciuta
Arrivo nel luogo dove il cielo sopra di me è nuovo
Arrivo in questa terra che sarà la mia dimora
O spirito della terra, lo Straniero offre a te il suo cuore in alimento.

Siate innamorati, e sarete felici.
Siate misteriosi, e sarete felici.

PREGHIERA DELLO STRANIERO, Paul Gauguin

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