mercoledì 11 gennaio 2012

sabato, 14 agosto 2010

MO' PARTO

Tarzan_hanging_with_friendsSm
At first flash of Eden,
we race down to the sea.
Standing there on freedom’s shore.
Waiting for the sun...
venerdì, 13 agosto 2010

LE RAGAZZE DI RENOIR

lezionedimusicaL’una è rivolta all’altra. Quella in primo piano è girata sul fianco. L’altra di fronte la guarda e nello sguardo dei suoi occhi si riflette quel viso che non vediamo. Le loro braccia scendono in parallelo ad adagiarsi le mani sul grembo e disegnare quell’arco ovale che fa da cornice al loro sentimento. La mano destra dell’una incontra quella dell’altra, l’una a salire sulla spalla, l’altra a coglierla nel giro di braccia che avvolge l’amica, scendendole dal collo come una collana. Le corrispondenze si inseguono nell’anello dell’una, luminoso quanto l’orecchio dell’altra. Il fiore al colletto e il fiore tra i capelli. Le corrispondenze continuano a rimandarsi, quasi ad evocare quelle parole che non sentiamo ma che quei gesti ci lasciano immaginare nel dilatarsi del colore dell’impressionista.
fillesrenoirCredo che questo gioco di evidenza e implicazione, di visibile e invisibile, offerto da due volti, l’uno di fronte all’altro, ci dia la misura di cosa sia un sentimento e cosa rappresenti. Non qualcosa di cui si possa avere la certezza, ma una “quasi cosa” pronta a trasformarsi in altro e muovere l’animo. Impalpabile e toccante. Perché un sentimento è chiaro e segreto, opaco e lucido nella sua espressione, discreto e manifesto. Non importa sapere che cosa si dicono le “due ragazze che parlano”, importa che si parlano, importa la confidenza.
Ho cercato altre immagini di ragazzi uguali a quelle riprese da Renoir o che ne rimandassero il sentimento. Mi sorprendo a riflettere che non si raffigurano, né si riprendono i sentimenti. Solo emozioni crudeli, quelle che passano dalle frontiere di guerra, sdolcinate quelle degli studi televisivi. Emozioni. In un’alternanza sconcertante. Emozioni senza sentimenti.
pierre-auguste-renoir-deux-jeunes-filles-lisantNon so quali possano essere i sentimenti che stanno avanzando come nuovi sulla scena del mondo. Chi guarda in una direzione, chi in un’altra. Manca la parola, manca la confidenza.
Credo che un’immagine, come un gesto, sia conteso dall’emozione e dal sentimento e che l’istante sia un’emozione che aspetti un sentimento per durare e farsi tempo.
Cfr. Giuseppe Ferraro, La scuola dei sentimenti
written by: Malfido time 13:43 | link | commenti (2)
sections: 14- letteratura arte opinioni
giovedì, 12 agosto 2010

George Gray

nauI miei alunni quest’anno hanno amato George Gray, tragico e tenero personaggio dell’Antologia di Spoon River, e forse dobbiamo a lui, ed al suo testamento in forma di epitaffio, la fortuna e il buon esito di tutto il percorso sulle emozioni e sui sentimenti. C’è una fondamentale puntualizzazione che li distingue: le emozioni, indipendentemente dalla loro intensità, sono reazioni, e sono passeggere, mentre i sentimenti dipendono dalla nostra educazione, dai nostri valori, dalla nostra tenacia, per strutturarsi e per durare. Ciò che ci permette di costruirci una biografia come protagonisti della nostra vita sono i sentimenti, di cui le emozioni costituiscono il preziosissimo primo passo.
I have studied many times  
The marble which was chiseled for me—  
A boat with a furled sail at rest in a harbor.              
In truth it pictures not my destination       
But my life.         
For love was offered me and I shrank from its disillusionment;
Sorrow knocked at my door, but I was afraid;  
Ambition called to me, but I dreaded the chances. 
Yet all the while I hungered for meaning in my life.
And now I know that we must lift the sail      
And catch the winds of destiny  
Wherever they drive the boat.  
To put meaning in one’s life may end in madness,
But life without meaning is the torture  
Of restlessness and vague desire—            
It is a boat longing for  the sea and yet afraid.[1]                                                           


[1] "Ho osservato tante volte il marmo che mi hanno scolpito-  / una nave alla fonda con la vela ammainata.  / In realtà non rappresenta il mio approdo  / ma la mia vita. / Perchè l'amore mi fu offerto ma fuggii le sue lusinghe;  / il dolore bussò alla mia porta ma ebbi paura; / l'ambizione mi chiamò, ma paventai i rischi. / Eppure bramavo di dare un senso alla vita. / Ora so che bisogna alzare le vele / e farsi portare dai venti della sorte / dovunque spingano la nave. / Dare un senso alla vita può sfociare in follia / ma una vita senza senso è la tortura  / dell'inquietudine e del vago desiderio:  / è una nave che desidera il mare ardentemente  / ma lo teme."
written by: Malfido time 22:21 | link | commenti (3)
sections: 14- letteratura arte opinioni

Livingstone come Ulisse

gabbiano_corso
E’ buffo. Quei gabbiani che non hanno una meta ideale e che viaggiano solo per viaggiare non arrivano da nessuna parte e vanno piano. Quelli invece che aspirano alla perfezione anche senza intraprendere alcun viaggio arrivano dovunque e in un baleno.
L’esperimento del gabbiano per iniziare a vivere più poeticamente dello stormo è quello di andarsene per imparare a volare bene, e poi, per un breve momento, di tornare, prima di ripartire di nuovo.
Se, per spiegare le traiettorie di volo e di crescita del gabbiano Jonathan, interroghiamo Claudio Magris, il professore così caro e amato da noi germanisti e non solo,  forse ci parlerà di viaggi circolari e di viaggi rettilinei.  Citando Hölderlin Magris riflette che la salvezza cresce là dove cresce il pericolo, anche dentro un itinerario.
Ogni Odissea pone l’interrogativo sulla possibilità di attraversare il mondo facendone reale esperienza e formando così la propria personalità; la domanda se Ulisse alla fine torni a casa confermato, nonostante le più tragiche e assurde peripezie, nella propria identità, e avendo trovato o ribadito un senso dell’esistenza, oppure se egli scopra soltanto l’impossibilità di fermarsi, se egli perda per strada se stesso e il significato della sua vita, disgregandosi anziché costruirsi nel suo cammino.
Al viaggio circolare può subentrare il viaggio rettilineo, quello che procede sempre avanti, verso un cattivo infinito. L’Io viaggiatore si getta sempre in avanti, non porta sé stesso, tutto sé stesso, nel suo procedere, ma ogni volta annienta l’intera sua identità precedente e si getta via. Sull’orlo di questa dissoluzione guarda la scia della sua vita disperdersi dietro di lui, ma è un guerrigliero che cerca di resistere a quella dispersione  e di portarsi dietro –fedele a tutto, nonostante tutto- la vita intera.
Cfr. Il gabbiano Jonathan Livingstone vs. L’infinito viaggiare
written by: Malfido time 20:56 | link | commenti (3)
sections: 14- letteratura arte opinioni
mercoledì, 11 agosto 2010

Franco Battiato e il romanticismo tedesco

Copia di 782px-Caspar_David_Friedrich_028
IL MIO MAESTRO MI INSEGNO' COME E' DIFFICILE TROVARE L'ALBA DENTRO L'IMBRUNIRE
Il capitolo 4 di un ottimo libro di Eugenio Borgna che si chiama “Noi siamo un colloquio” ha come tema la tristezza che si nasconde nella musica.
Che cosa sia la musica solo pochissimi pensatori sono riusciti ad indicarlo con qualche considerazione originale o precisa. Ma, come ci faceva notare qualche amico giorni fa, senza la musica è più difficile vivere.
Borgna nota come la musica romantica ci sottragga al dilagare delle distrazioni mondane. Per confutare quest’affermazione ho all’attivo solo un’esperienza didattica relativa a Mondnacht, una poesia di Eichendorf recitata prima e dopo musiche di Schumann, ma credo sia proprio vero che ritornare alla nostra interiorità attraverso un brano musicale del romanticismo tedesco significhi ravvivare l’area (sconfinata) delle nostre emozioni recuperandone il timbro inconfondibile e creativo.
“I contenuti emozionali della musica, le risonanze emozionali e creative che essa desta in ciascuno di noi cambiano e si rinnovano nel contesto della nostra diversa sensibilità e delle nostre diverse attitudini a sintonizzarsi con essa, ma la luce abbagliante della gioia e della tristezza, della gioia e della creaturialità, trapassa ogni nostra indifferenza e ogni nostra apatia: trasformando profondamente la nostra vita interiore e il nostro cuore, la nostra memoria e la nostra percezione vissuta delle cose. La tristezza che anima alcune delle più smaglianti esperienze musicali lascia intravedere e lascia trasparire cosa sia nella sua essenza la tristezza che è la premessa a ogni slancio di creatività radicale nella sua dimensione più segreta e autentica”.
written by: Malfido time 18:13 | link | commenti (2)
sections: 13- musica, 14- letteratura arte opinioni
martedì, 10 agosto 2010

Le lacrime di Lorenzo - Catcher in the sky

Copia di nottestellata
Santa fortuna che vegli sugli uomini senza virtù
bella signora che sfiori ed illudi e non torni mai più
apri le braccia stanotte non farmi aspettare non più
e fa che sia bellezza e amore e amore fai che sia
e lasciati toccare prima di andar via
In questa estate di belle speranze buona fortuna ad ognuno per i suoi desideri. E, come ogni anno, state attenti a quelli che scegliete di esprimere…
E occhio pure a non confondervi, a non scambiare per stelle cose che non lo sono. Nella canzone di De Gregori  talvolta sono abbagli, o bombe, scintille o dormiveglia.
Centocinquanta stelle in fila indiana,
in questa notte umida che sa di maggiorana,
in questa notte splendida che sa di malva
Centocinquanta stelle in questa notte calda.
Centocinquanta stelle o centocinquantuno,
ed io che le sto a contare in questo cielo di nero fumo,
le conto e le riconto e vai col tango,
in questa notte lurida che sa di fango.
E tirano certe bombe che nessuno se le aspettava,
in questa storica senza lapilli e senza lava.
E tirano certe bombe che sembrano dei giocattoli,
che ammazzano le persone, ma risparmiano gli scoiattoli.
Centocinquanta stelle e più di una scintilla,
in questa notte isterica che sa di camomilla
Centocinquanta stelle o millecinquecento,
ed io che le riconto e piano, piano mi addormento.
Centocinquanta stelle od una stella sola,
in questa notte ipocrita che sa di Coca Cola
Una notte così amichevole da dormire in un sacco a pelo.

Nessun commento:

Posta un commento