lunedì 9 gennaio 2012

L’educazione: dicembre

snoopydL’educazione punta chiaramente al sociale: si esisteva per appartenere agli altri, e pertanto ogni anno ci si doveva mostrare degni di essere cresciuti. Anche i doni fatti per festeggiare il compleanno, anche quelli posti sotto l’albero di Natale, anche se l’albero sembrava emanare puro splendore di grazia, nascondevano tranelli per l’egoismo e implicitamente dicevano: “siamo qui in parte perché sei stata buona, in parte perché speriamo che lo sarai in futuro”.
Cfr: Lou Andreas-Salomé, Il tipo femmina, Milano, Mimesis, 1992

sabato, 10 dicembre 2011

Verginità

Klimt__Wasserschlangen_IIQuando si è vergine si pensa che tutti gli amori sono possibili, poi d’improvviso uno cancella gli altri mai venuti. Diventare donne porta questa semplificazione, un vento che si abbatte sopra una fioritura e lascia un fiore solo. Tutta l’immensità di prima precipita in un abbraccio.
Erri De Luca, In nome della madre, p. 59

venerdì, 09 dicembre 2011

Immacolata concezione /2 Erri De Luca

Munch%20-%20MadonnaIn nome della madre
Erri De Luca, 2006
Prologo, p.11

Maestrale di marzo

Non è strano in natura inseminarsi al vento, come i fiori.
Fiore è il nome del sesso delle vergini,
chi lo coglie, deflora.
Miriam/Maria fu incinta di un angelo in avvento
a porte spalancate, a mezzogiorno.
Il vento si avvitò al suo fianco
sciogliendo la cintura lasciò seme nel grembo.
Fu salita senza scostare l’orlo del vestito.
Al primo raccolto del grano contava tre mesi
dal maestrale di marzo che le baciò il respiro
facendola matrice di un figlio in dicembre,
che è luna di kislev per lei Miriam/Maria
ebrea di Galilea.


giovedì, 08 dicembre 2011

Immacolata concezione /1 Alda Merini

Copia di fiori (22)Una voce come la Tua che entra nel cuore di una vergine e lo spaventa, una voce di carne e di anima, una voce che non si vede, un figlio promesso a me, tu ancella che non conosci l’amore, un figlio mio e dell’albero, un figlio mio e del prato, un figlio mio e dell’acqua, un figlio solo: il Tuo. Come non posso non spaventarmi e fuggire lontano se non fosse per quell’ala di uomo che mi è sembrata un angelo? Ma in realtà, mio Dio, chi era? Uno che si raccomanda, uno che mi dice di tacere, uno che non tace, uno che dice un mistero e che lo divulga a tutti. Io sola, povera fanciulla ebrea che devo credere e ne ho paura, Signore, perché la fede è una mano che ti prende le viscere, la fede è una mano che ti fa partorire.
Alda Merini, Magnificat – Un incontro con Maria

venerdì, 02 dicembre 2011
callefrank
If I had the chance
I'd ask the world to dance
And I'll be dancing with myself
Oh oh oh dancing with myself...

Nessun commento:

Posta un commento